Lalbergo del cuore: un albergo, una comunità. A Ravenna un progetto di turismo accessibile e inclusivo
Inaugurato il 14 dicembre 2024 e aperto al pubblico dal 1° febbraio 2025, lAlbergo del Cuore è il progetto inclusivo della Cooperativa San Vitale per unaccoglienza turistica accessibile, inclusiva e sostenibile
«Abbiamo voluto creare un luogo in cui laccoglienza sia pensata per tutti. Senza barriere, senza deleghe, con la persona al centro». Così Romina Maresi, presidente della Cooperativa San Vitale, racconta la nascita dellAlbergo del Cuore, nuova struttura ricettiva nel centro storico di Ravenna che unisce ospitalità turistica, formazione professionale e innovazione sociale.
Il progetto affonda le radici in un percorso decennale che ha visto la cooperativa crescere, diversificare i propri ambiti di intervento e rafforzare il legame con la comunità. «Abbiamo trasformato la cooperativa in un laboratorio permanente di innovazione sociale spiega Maresi cercando ambiti in cui esprimere al meglio la nostra capacità progettuale. Il turismo, in una città come Ravenna, era uno di questi».
Lidea nasce da lontano, dai primi anni Duemila. Maresi, allora educatrice in un servizio di inclusione lavorativa presso il parcheggio della stazione ferroviaria, ricorda le attività di accoglienza e orientamento turistico condotte insieme a persone con disabilità. Da quellesperienza nacquero i primi pensieri su unofferta turistica in grado di coniugare relazione, accessibilità e inclusione.
Anni dopo, la cooperativa acquisisce e ristruttura un ex hotel cittadino, dando vita a una struttura pensata per superare ostacoli fisici, sensoriali ed economici. «LAlbergo del Cuore è il primo albergo accessibile e inclusivo allo stesso tempo afferma Maresi . Abbiamo lavorato per ridurre le barriere, non solo architettoniche, ma anche culturali e relazionali».
La struttura dispone di camere progettate per ospiti con disabilità motorie, spazi accessibili a persone ipovedenti e sorde, grazie alladozione di soluzioni tecnologiche come i Blind Tag e un sistema di video-interpretariato in LIS, realizzato in collaborazione con lo spin-off universitario VeASYT di Ca Foscari.
Una stanza sensoriale è stata ideata specificamente per persone con autismo e disturbi del neurosviluppo, con la possibilità di essere comunicante con unaltra camera per favorire la permanenza di nuclei familiari.
Il progetto è stato premiato dalla Regione Emilia-Romagna come primo classificato nella categoria Innovatori responsabili nel 2019. «Ma ciò che più conta è aver intercettato un bisogno reale. Tante famiglie rinunciano alla vacanza per mancanza di strutture accessibili o per timore di non essere accolte sottolinea Maresi .
Oppure sono costrette a rivolgersi a hotel di lusso, non per scelta, ma perché unici spazi senza barriere, pur non essendo adeguatamente attrezzati». LAlbergo del Cuore è anche unopportunità concreta di inclusione lavorativa. Allinterno della struttura operano quattro persone con disabilità intellettiva medio-lieve, formate
dalla cooperativa nei propri bar e punti ristoro cittadini. A queste si affianca unAcademy formativa che ogni anno coinvolge una decina di giovani con disabilità, con lobiettivo di inserirli nel mondo del lavoro, non solo allinterno della struttura, ma anche in altre realtà alberghiere del territorio. «Non vogliamo essere un modello chiuso su sé stesso chiarisce Maresi . Lobiettivo è contaminare positivamente altri alberghi della città e della costa, accompagnando le persone formate anche con i nostri job coach».
LAlbergo del Cuore è parte di una rete cooperativa più ampia: ristorante, gastronomia, filiera agricola, mobilità sostenibile, servizi educativi e socio-sanitari. Tutti elementi che concorrono a promuovere unidea di turismo esperienziale, lento, consapevole. «Vogliamo contrastare il turismo mordi e fuggi e offrire esperienze di valore conclude Maresi . Le persone oggi prenotano con Booking, senza sapere dove stanno andando. Serve tempo per far emergere il valore delle relazioni, della cura, della qualità che non si misura con le stelle».
Un progetto che non si limita allospitalità, ma che punta a trasformare la città, creando una cultura diffusa dellaccoglienza. E lasciando, nel bagaglio di chi parte, più di un semplice souvenir.